Le Candelore

Le Candelore

Le Candelore fino a 40 anni fa uscivano in processione a partire dal 2 Febbraio. Il Lancellotti afferma che la festa della candelora - 2 Febbraio - sia stata istituita da papa Gelasio I nel 492. Abolita quella di Cenere celebrata da Gentili, nella metà di febbraio, i quali accendevano grandi torce facendole portare in giro dalle donne, Papa Gelasio fece sostituire tale cerimonia con il ricordo della presentazione di Gesù al Tempio (pare che un senatore di nome Andromaco, rammaricato di questo cambiamento avesse scritto al Papa un libro di contestazioni). Secondo altri storici la funzione della benedizione delle candele ed il corteo dei cerei si ha con l'ascesa al pontificato nel 687 di Sergio I (Palermitano) che stabili anche l'itinerario della processione: "da Sant'Antonio a Santa Maria Maggiore". ​ Ogni partecipante riceveva un cero simboleggiante la "Luce del mondo e la gloria di Israele" parole con le quali il vecchio Simeone, parlando con Maria al Tempio, definì Cristo. Altri ancora giudicano la festa della candelora una sostituzione alla festa Ambrubiale che si celebrava a Roma il primo febbraio, durante la quale il popolo circondava la città con candele accese e pregava gli dei affinché fossero propizi. Altri dicono che la festa avrebbe avuto inizio nel 540 con il Papa Vigilio il quale, secondo la tradizione, venne a venerare il sepolcro delle reliquie di Sant'Agata, come sostituzione alla festa Proserpina.
In ogni caso la festa della Candelora è la sostituzione di un rito sacro ad un rito pagano: si pensi anche alle processioni falloriche dell'antica Grecia.
L'uso di dipingere il cero e di adornarlo con immagini di Cristo, della Vergine e dei Santi, è antichissimo nella Chiesa e lo osserva San Paolino, vescovo di Capua già nel IX secolo. Nel 1514 ogni candelora (se ne contavano 22) era accompagnata da due consoli o artigiani dell'arte della confraternita a cui appartenva la candelora. Apriva il corteo il 3 Febbraio il cereo dei confettieri ricco e adorno di "cosi zuccarati"; poi seguivano i marinai senza candelora ma con due ricchi stendardi in cui erano dipinte carte nautiche. L'ordine era dato dall'iscrizione della Categoria alla Banca dei Girati. Da un programma della festa del 1674 sappiamo che il 3 Febbraio era di sabato e che alla processione dell'offerta della cera parteciparono 28 candelore chiamate in quell'epoca anche gigli, alcune delle quali in altezza superavano le cime dei palazzi. In Ultimo venivano il corpo dei professori del "Siculorum Gymnasium" con il Rettore e gli studenti. Dopo il terribile terremoto del 1693, nel secolo XVIII, la processione dei cerei assunse le caratteristiche di una autentica festa barocca. Alla fine del XIX secolo le candelore erano 15 esistevano pure quelle dei calzolai, dei carrettieri e dei muratori (la base di quest'ultima si conserva nella Chiesa di Cibali. Agli inizi del '900 se ne contavano 13 ed in processione camminavano a coppia seguendo l'ordine preciso di fondazione. Oggi in totale le Candelore sono 14. Secondo la grandezza ed il peso vengono portate a spalla da 4,8,10 o 12 uomini.
E' uno spettacolo unico vedere le candelore nello scenario della pescheria o a Piazza Duomo il 3 Febbraio. Il fascino della festa delle candelore ha influito nei paesi della provincia e della diocesi, basti pensare che Paternò ha dieci candelore in onore di S. Barbara, Acireale ha quattro candelore in onore di Santa Venera, Misterbianco e Aci Sant'Antonio ne hanno quattro in onore a S. Antonio, tre sono a Pedara in onore dell'Annunziata, una ad Aci Platani in onore della Madonna del Carmine, una a Biancavilla nella chiesa Madre che usciva il Venerdì Santo, una a Trecastagni nel Santuario dei Tre Santi2, tre a Motta in onore di S. Anastasia, per un totale di 33.

La candelora di Mons. Ventimiglia

Questa piccola candelora non appartiene a categorie, da sempre è stato il comitato a curarne l'uscita in processione.
Quella che vediamo è il rifacimento progettato e realizzato dal geom. Giacomo Tropea della falegnameria comunale del dopoguerra.
La candelora era stata voluta dal vescovo Monsignor Salvatore Ventimiglia dopo l'eruzione lavica del 27 Aprile 1766 che minacciava i paesi di Pedara e Nicolosi: in quella occasione per volontà del vescovo e del Senato venne portata in processione la Sacra mammella di Sant'Agata.
Consta di tre ordini, una base, una parte intermedia con volute di angeli e la parte superiore con le statue dei santi catanesi.
E' stata restaurata nel 1985.
Durante il congresso eucaristico del 1959 venne utilizzata come artistica di base per la statua della Madonna di Fatima.

La candelora dei Rinoti

La candelora dei rinoti si fregia del titolo di "Primo Cereo" ed è quella che segue la piccola Candelora di Monsignor Ventimiglia, la quale apre la processione dei grandi cerei. costa di quattro ordini. Quattro artistici Grifoni con le ali spiegate circondati da Motivi barocchi si trovano alla base, poi quattro angeli coi simboli agatini. Al centro le scenografie è in alto quattro statue di martiri catanesi. Fino al 1692 la candelora, che appartiene agli abitanti di San Giuseppe La Rena, veniva smontata in più parti e conservata nella piccola chiesa parrocchiale. attualmente si conserva in un locale appositamente costruito. È stata ricostruita e completata tra il 1820 e il 1852 rispettivamente al tempo dei signori Don Girolamo Messina e Don Giuseppe Barbagallo, notabili della Borgata. Giunge in città dopo la festa che viene organizzata nel rione, la mattina del 3 febbraio dopo un percorso di circa sei chilometri. Viene accompagnata dal rettore, dal comitato di quartiere e dalla banda del rione. È tradizione che il 3 febbraio pomeriggio venga eletto, dopo un momento di fratellanza il rettore per l'anno successivo. Fu restaurata nel dopoguerra dal maestro indoratore Marchese Arancio. Nel 1984 è stata restaurata da Ignazio Lo Faro. Tra le bandiere è che l’adornano ne troviamo una donata dal Cavalier Benito Mussolini durante la sua visita a Catania. Viene portata in processione da portatori della stessa borgata. È veramente uno spettacolo indimenticabile vedere avanzare quella Candelora, tra gli alberi del Boschetto della plaja, in un contesto paesaggistico così diverso dalle altre che affrontano il traffico cittadino.

La candelora dei Giardinieri

E' la più originale in stile gotico veneziano, consta di tre ordini: la base, il secondo ordine dove troviamo le artistiche statue dei santi, S. Euplio, S. Sesto, S. Quotidiano, S. Pantaleo, S. Guglielmo, S. Fortunato, S. Attanasio, S. Stefano e S. Giuliano.
Nel terzo ordine, al centro , . Agata legata alla colonna con il seno tagliato circondata da otto angeli con simboli agatini.
Al di sopra la caratteristica boccia a corona.
Fino al 1917 si conservava accanto alla chiesa della Madonna delle Grazie a Cibali, poi a S. Agata la Vetere. Negli anni '50 la categoria ebbe una causa con il comitato dei Rinoti per motivo di precdenza e per un lungo periodo non uscì in processione se non nel 1960.
E' stata restaurata più volte, nel 1962, nel 1960 e ultimamente da Ignazio Lo Faro nel 1983, venne rin quell'occasione benedetta da Mons. Pio Vigo, vescovo ausiliare.
Viene chiamata "La Regina".
Esce a cura del comitato. Si conserva nella chiesa di S. Francesco all'immacolata.

La candelora dei Pescivendoli

Consta di tre ordini: la base, le scenografie e la corona. Al centro l'enorme cerone offerto dalla categoria alla Patrona. La base è in stile rococò ricca di festoni, non ne conosciamo lo scultore, è stata restaurata nel 1986 mentre era rettore Salvatore Romeo. Ogni rettore cura annualmente lo stato della candelora, si interessa assieme ai collaboratori per scelta dei portatori detti a 'chiumma per il complesso bandistico e per tutto cio che è necessario alla festa. Sempre alla base troviamo il nome del presidente della casa del pesce Giuseppe Lumia (1986), assieme ai festoni, segno dell'eternità, troviamo scolpiti dei pesci. Alla base vengono inserite due resistenti stanghe con al centro due trasversali per sollevarla da terra. Le stanghe vengono sulle robuste spalle dei portatori, lateralmente a destra e a sinistra sono poste le currie, delle grosse cinghie per bilanciare il peso e dare alle candelore quella grottesca e caratteristica andatura detta "annacata". Il centro della candelora è costituito da una sorta di piccoli palcoscenici che riproducono scene della "Passio Agathae", cioè del martirio della santa, come ad esempio l'interrogatorio dinanzi a Quinziano, lo strappo delle mammelle, la visita di San Pietro in Carcere, il martirio del fuoco. Ai quattro angoli di questo ordine quattro preziosi angioletti che sorreggono nelle loro mani simboli agatini. Sotto la corona troviamo le statue di S. Sebastiano, S. Giovanni Battista, S. Francesco di Paola protettore della gente di mare, S. Pietro, S. Giuseppe, S. Paolo, S. Giorgio, S. Placido. Questa candelora è certamente di fattura ottocentesca, per un periodo di tempo si conservò nella chiesa di S. Francesco di Paola, poi a San Nicolò la Rena, oggi chiesa si S. Agata la Vetere. Per il suo tipico passo viene chiamata la bersagliera. Caratteristico è il mazzetto di fiori freschi realizzato all'epoca dal fioraio Giovanni Milici che completa la candelora. Questo mazzetto veniva benedetto durante una suggestiva manifestazione nel cuore della pescheria, la mattina del 3 febbraio dall'Arcivescovo, al tempo, Monsignor Luigi Bentivoglio. La Bandiera tricolore fu un dono del re Vittorio Emanuele III, in visita a Catania alla categoria. Le altre bandiere sono dono di devoti agatini, ricamate dall'artigiano Rosario Sapienza: nel corso deglia anni vengono sostituite. Caratteristica di questa candelora è la ghirlanda di fiori posta al di sopra della scenografia che oscilla al movimento del passo della rendendola inconfondibile rispetto alle altre. Si conserva all'interno del mercato ittico.

La candelora dei Fruttivendoli

La candelora dei fruttivendoli, viene chiamata per il suo elegante movimento "la signorina", consta di tre ordini. Alla base quattro artistici cigni, poi le scenografie finemente lavorate da otto angeli che sorreggono simboli agatini e frutti in argento. Sotto la corona troviamo le statue di S. Agata al centro e poi S. Euplio, S. Pietro, S. Benedetto, il beato Pietro Geremia, S. Sesto, S. Attalo e S. Paolo. Venne restaurata nel 1959 dall'indoratore Villani con decorazione in oro zecchino; furono rinnovati totalmente tutti i gagliardetti. Nel restauro l'antico cerone interno venne sostituito con uno in legno, più leggero, quello antico si trova ora nella cappella della Madonna in Cattedrale. La candelora si conservava nella chiesa dei santi Cosma e S. Agata La Vetere ed infine a S. Nicolo la Rena. E' stata restaurata dal maestro indoratore Ignazio Lo Faro, ha lavorato ad esso anche la prof. Sabina Fisichella. All'interno è stata scoperta la data del 1988, forse indica una ricostruzione. Attualmente è conservata nella chiesa di S. Nicolo la Rena.

La candelora dei Macellai

La candelora dei macellai detta comunemente dei "chiancheri" è quella che ancor oggi conserva il legame più vivo con la sua corporazione di cui il patrono e S. Sebastiano. Da sempre si conserva presso i locali annessi alla chiesa di S. Sebastiano sita nei pressi del Castello Ursino. Viene tuttora ornata con il mazzetto di fiori freschi, un tempo realizzato dal fioraio S. Ruscica oggi dal fioraio Samperi. La candelora si distingue moltissimo per la sua forma dalle altre: è un'artistica torre che consta di quattro ordini. Alla base quattro artistici leoni (simili a quelli dei bettolieri) nel secondo ordine angeli e scenografie, nel terzo ordine dentro nicchie ornate da colonne corinzie quattro statue: S. Sebastiano al centro, S. Antonio di Padova, S. Isidoro Agricola, la Madonna del Carmine. La scelta di quest'ultima è motivata in quanto il simulacro settecentesco di S. Sebastiano patrono della corporazione e confraternita dei macellai, durante la sua processione veniva un tempo portato presso il santuario della Madonna del Carmine, a piazza Carlo Alberto; come pure è da ricordare che all'interno della pescheria, teatro naturale per la manifestazione delle candelore, si trova la monumentale chiesa della Madonna del Carmine all'indirizzo, la cui festa, da qualche anno viene preparata dai macellai. L'ultimo ortdine è costituito da quattro angeli che trattengono nelle loro mani la corona. La fattura di quest'ultimi fa pensare che in una delle ristrutturazioni della candelora abbia collaborato Vincenzo Cuscunà o qualcuno dei suoi figli. Venne restaurata interamente nel 1947 con la presidenza di Giuseppe Aloisio, Padrino Santo Puglisi, tesoriere Felice Leonardi.

La candelora dei Pastai

E' un enorme candeliere semplice e bello, in stile barocco. E' l'unico dei grandi cerei in cui mancano le scenografie. Consta di tre ordini. L'enorme base con le artistiche volute. Il centro in cui troviamo le antiche statue di S. Agata, S. Pietro, S. Euplio, S. Berillo, secondo la tradizione primo vescovo di Catania. Su di esse spicca la scritta "cereo dei padroni pastai". Al di sotto della corona quattro grandiosi angeli con simboli agatini in mano. All'interno si trova anche il cerone originale. Dalla fine dell'800 ad oggi non è mai stata ristrutturata ne modificata. Fu la prima candelora ad essere restaurata per interessamento del cavaliere Lugi Maina, capo del cerimoniale del Comune e membro del comitato agatino, nel 1970. Venne indorata dal maestro Alfio Grasso, si conserva nella chiesa di S. Nicolo la Rena, oggi si trova nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Esce a cura del comitato.

La candelora dei Pizzicagnoli

La candelora degli alimentaristi viene comunemente chiamata dei pizzicagnoli. Consta di quattro ordini; in tutta la candelora si nota lo stile liberty; alla sua ristrutturazione collaborò lo scultore Vincenzo Cuscunà con i figli Rosario e Sebastiano, intorno al 1914. Venne indorata per la seconda volta nel 1946 dall'indoratore Andrea Lombardo. Nel secondo ordine ordine troviamo le scenografie del martirio di fine fattura. Nel terzo ordine furono scolpiti nei quattro angoli eleganti testine di angeli, viene arricchita da otto angioletti svolazzanti. Al di sotto della corona troviamo le statue di quattro apostoli: Andrea, Pietro, Paolo e Giovanni. La base della candelora è costituita da quattro bellissime cariatidi. E' stata restaurata nel 1980. Per un lungo periodo dal dopoguerra agli anni sessanta veniva adornata con artistici mazzetti di fiori dalle forme più strane: una enorme corona o una grande stella. Dopo l'ultimo restauro è stato allungato il cerone interno, rimessa una boccia di vetro secondo l'uso originale, ed è stata adornata con i quattro gagliardetti dei candidati degli antichi quartieri di Catania. Si conserva nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano; esce a cura del comitato.

La candelora dei Bettolieri

La candelora consta di tre ordini: alla base troviamo quattro artistici leoni e grifoni che sorreggono delle volute su cui poggiano quattro graziosi angeli ai lati; al di sotto della corona, molto originale per la sua forma, una serie di ben 12 artistici oiccoli simulacri di santi. La candelora venne ristrutturata nel 1913 da Vincenzo Cuscunà e figli. Furono totalmente sostituiti due ordini, si scambiarono le scenografie. Furono aggiunte al di spora di esse le statue di quattro apostoli: S. Paolo, S. Giovanni, S. Pietro e S. Bartolomeo e la corona che viene sorretta da quattro angeli barocchi, furono sostituiti anche negli angeli centrali. Venne restaurata nel 1935, dal doratore Santo Messina, decorata dal pittore Michele Pennisi, mentre rettori erano i signori Domenico Fragalà, Giuseppe Albergo e Domenico Sciacca. Nel dopoguerra ebbe un periodo di grande splendore durante le feste agatine grazie alla famiglia Bruno commercianti di vino, all'epoca rettori della candelora. Si conserva nella chiesa dell'immacolata, oggi la si può ammirare dopo il restauro del 1982, nella medesima chiesa; attualmente è la più alta di tutte. Esce in processione a cura del comitato delle feste agatine, da quando agli inizi degli anni '60 la categoria, come alcune altre, non si occupava più della manutenzione e restauro e dell'uscita della candelora. Si conserva nella chiesa di S. Francesco all'immacolata, esce a cura del comitato

La candelora dei Fornai e Panettieri

E' stata sempre la più pesante di tutte. Era in una forma tipicamente liberty costruita in 5 ordini. Nel 1910venne fatta una totale ristrutturazione della candelora che è di un liberty più leggiadro. Caratteristiche nella parte finale erano due angeli che con una mano sorreggevano la corona e con l'altra una tuba. Il terminale del cerone è con una grossa boccia a corona; titolare della confraternita dei panettieri è Santa Caterina d'Alessandria. La candelora veniva conservata nella chiesa si S. Caterina al RInazzo in via Umberto. Negli anni Venti, vediamo una ulteriore trasformazione; della vecchia candelora, si conservano gli otto grossi angeli e la base, nel terzo ordine sotto la corona furono aggiunte le seguenti statue dei santi: Metodio, Everio, Berillo, il beato Pietro Geremia; a portarla sono dodici persone; è stata restaurata nel 1972 dal mestro indoratore Alfio Grasso. Viene chiamata per la sua cadenza, la mamma. Si conserva nella chiesa di S. Nicolo la Rena. Esce a cura del comitato.

La candelora del Circolo Cittadino di S.Agata

Appartiene al Circolo Cittadino di S.Agata fondato dal Beato Dusmet nel 1874; la candelora venne realizzata alcuni anni dopo nel 1876, di stile composito, consta di quattro ordini. La base ricorda quella dei pescivendoli, su di essa quattro angeli che furono aggiunti intorno agli anni Venti; nel secondo ordine le scenografie; nel terzo quattro statue, della Santa Patrona, di S. Euplio, dell'immacolata e delle anime del purgatorio. La presenza di una statua dell'Immacolata ci ricorda che insie a S. Agata i catanesi hanno sempre venerato la Vergine Immacolata come patrona della città in virtù del voto concezionista del 17 maggio 1655. Quattro volute a forma di piccoli grifoni sorreggono la corona. La candelora nella sua parte finale fino alla festa del 1987 portava la tradizionale boccia di vetro; nel restauro del 1988, curato dal maestro indoratore Ignazio Lo Faro e dalla Prof.ssa Sabina Fisichella, mentre erano presidente del circolo Marcello Sacce e responsabile del cereo Gino Burgio, è stata sostituita con un mazzetto realizzato dal fioraio Samperi. Sono state pure totalmente rifatte le bandiere con l'aggiunta di gagliardetti. Si conservava a S. Agata La Vetere, ora si trova presso la basilica Colleggiata sede del Circolo Cittadino S. Agata.

La candelora del Villagio Sant'Agata

Base quadrangolare su zampe e teste di leone con volute intermedie recanti cartigli. Tra volute arcuate con putti alati quattro teatrini caratterizzano il secondo ordine. Quattro putti con simboli del martirio. Secondo ordine ripartito da volute con monogramma, quattro statuette (Sacro Cuore di Gesù, Immacolata Concezione). Presenta quattro corolle di gruppi di luci aggiuntive. Corona, stemmi disposti a ruota-raggiera, bandiere e grande globo infiorato al terzo.

La candelora dei mastri artigiani

Base quadrangolare su volute. Cartigli delimitati da putti alati recanti strumenti della passione sormontati da statuette di santi (Immacolata Concezione, Martirio di Sant'Agata) al primo ordine. Al secondo ordine pingui puttini reggicorona. Corona, stemmi disposti a ruota-raggiera, bandiere e grande globo infiorato al terzo. Presenta due corolle di gruppi di luci aggiuntive e una fronda di sempreverdi.

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